Euro 2032, Gravina lancia l’ultimatum: le dichiarazioni

Il Presidente della Federcalcio ha parlato di Euro 2032 e ha rilasciato dichiarazioni che non lasciano dubbi. 

Il calcio italiano sta attraversando un momento delicato. Dopo l’exploit della nostre squadre in Champions League non ci siamo riconfermati quest’anno mettendo a repentaglio il grande lavoro svolto fino a qui in chiave ranking UEFA. Se si allargano gli orizzonti alla nazionale, si trovano tutta una serie di difficoltà in vista degli Europei in Germania di quest’estate. C’è poi il grattacapo sui giovani: i talenti italiani trovano poco spazio rispetto agli altri top 5 campionati del nostro continente.

In questo contesto si colloca la tabella di marcia verso Euro 2032. La competizione verrà organizzata dal nostro paese insieme alla Turchia, altra nazione ospitante. L’ultima volta che l’Italia ospitò un Europeo era il 1980, mentre 10 anni dopo si è tenuto il Mondiale. Proprio nel 1990 c’è stata l’ultima ristrutturazione importante agli impianti sportivi. Rispetto al resto del mondo le gli stadi sono indietro e quindi bisognerà decidere quali saranno le città che ospiteranno partite della competizione tra le nazioni del vecchio continente; a riguardo si è espresso Gabriele Gravina.

“Abbiamo un cronogramma da rispettare”, l’ultimatum di Gravina

Lo scorso marzo Andrea Abodi, Ministro dello Sport, aveva confermato la presenza di tre città italiane: Roma, Milano e Torino, rispettivamente con Stadio Olimpico, San Siro e Allianz Stadium. Del resto non si hanno ancora certezze. In totale gli stadi che ospiteranno partite saranno 5, quindi si dovranno trovare altri 2 impianti. Riguardo a ciò, il presidente della FGIC Gabriele Gravina ha affermato: “Noi abbiamo un cronoprogramma da rispettare: entro il primo ottobre del 2026 dobbiamo presentare 5 o 6 stadi cantierabili con avvio di lavori previsto entro il marzo del 2027“.

Gravina sul Barbera
L’èlite del calcio italiano sugli stadi ad Euro2032 (Lapresse) – rompipallone.it

In lizza, tra gli altri, ci sono il Maradona di Napoli e il San Nicola di Bari. L’impianto che invece ha visto la nazionale azzurra vivere il dramma dell’eliminazione dal Mondiale ai danni della Macedonia al momento non sarebbe in corsa: stiamo parlando ovviamente del Renzo Barbera di Palermo. Sull’impianto del club isolano Gravina ha dichiarato: “Se entro il primo ottobre del 2026 dovesse venire fuori una realtà che garantisse una struttura gradita o comunque in linea con gli standard internazionali, l’Uefa la prenderebbe in considerazione“.

Mai dire mai quindi. Il Barbera è uno stadio storico per il nostro paese e, se dovesse esserci un investimento nella struttura, potrebbe tornare a essere funzionale anche per competizioni importanti.

 

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