Frase razzista in diretta TV: viene subito licenziato

La frase detta dall’allenatore in diretta TV verso il giocatore è stata subito sanzionata. Ora non farà più parte del programma.

In occasione del match andato in scena in Champions League il 10/04 tra Paris Saint-Germain e Barcellona, partita vinta dai blaugrana per 2-3, nella trasmissione televisiva Movistar Plus+, che si occupa di trasmettere le competizioni UEFA in Spagna, è stata riferita una frase discriminatoria verso la giovane stella del Barcellona Lamine Yamal. La frase è stata detta dall’allenatore German Burgos in diretta TV durante il pre-partita. L’ex vice allenatore di Simeone difatti si è reso protagonista di un’uscita infelice che gli è costato caro dopo la fine della partita. Le parole dette verso il 16enne sono state estremamente incontrollate.

Le parole di Burgos su Yamal

Ospite al canale di Movistar Plus+ l’allenatore Burgos ha riferito una frase non positiva verso la stella 16enne Yamal.

Yamal e la frase a lui riferita
Yamal e la frase di Burgos – Lapresse – Rompipallone.it

Era il pre-partita di PSG Barcellona su Movistar Plus+ quando Burgos, parlando di Lamine Yamal, ha espresso la frase “Se le cose non gli vanno bene può sempre andare a un semaforo“. Frase che ha gelato subito lo studio ed è costato caro all’argentino che, nel post-partita, ha fatto in modo che PSG, Barcellona e UEFA decidessero di comune accordo di non far rilasciare interviste ai giocatori in favore del canale spagnolo. Burgos ha poi chiesto scusa pubblicamente in modo celere dopo la decisione.

Dunque rimane però una scelta poco saggia da parte di Burgos che, poco dopo, come riporta il Corriere dello Sport, è stato ufficialmente licenziato dal canale spagnolo con la seguente nota:

Movistar Plus+ e German Burgos interrompono la loro collaborazione con carattere immediato.

Così Burgos vede subito finire una sua probabile carriera in televisione dopo aver pronunciato parole poco positive nei confronti di Yamal che, in seguito, ha anche scatenato l’ira del padre del giocatore che ha prontamente chiesto rispetto verso il proprio figlio e non solo.

 

 

 

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