Juventus, Matuidi si sbilancia: “È l’uomo giusto per lo Scudetto”

Blaise Matuidi continua ad avere un forte legame con i colori della Juventus: l’ex centrocampista si è sbilanciato sul futuro della Vecchia Signora.

Pur non avendo giocato a lungo nella Juventus, appena 3 anni, Blaise Matuidi resta una delle figure più amate dai tifosi nella storia recente del club. Il francese, dopo una gloriosa carriera, si è ritirato dal calcio giocato e ha deciso di iniziare una nuova vita a Miami, la città dove ha vissuto la sua ultima esperienza da calciatore, militando in MLS con l’Inter Miami. Matuidi è ancora molto legato alla Juventus e al popolo bianconero, un’amore mai tramontato che è stato confermato ai microfoni di ‘Tuttosport’.

Matuidi si sbilancia: il francese confida in lui

Blaise Matuidi è tornato a parlare della sua amata Juventus, toccando moltissimi temi tra presente e passato. Nel corso dell’intervista, l’ex calciatore ha voluto fare un’investitura importante sul nuovo “architetto” della Vecchia Signora: Damien Comolli.

Matuidi ha speso parole ricche di significato per il direttore generale della Juventus. Secondo l’ex bianconero, Comolli è l’uomo giusto: “Ci ho lavorato ai tempi del Saint-Étienne. Conosce, respira e vive il calcio h24. Quando arrivò da noi aveva già alle spalle esperienze importanti, soprattutto in Premier League. Ha visione e sa che tasti toccare. Per questo credo che alla Juve farà grandi cose. Quando ho saputo che la proprietà avrebbe puntato su di lui ero contento: è l’uomo giusto per ripartire”.

Matuidi confida in Comolli
Matuidi punta su Comolli – (LaPresse) Rompipallone.it

Matuidi ha esaltato anche Yildiz: “È un giocatore pazzesco: l’ho seguito durante l’anno guardandolo in tv, ma vederlo dal vivo al Mondiale è stata un’altra cosa. Mi ha impressionato per come tocca la palla e come domina gli avversari. È il simbolo di una squadra giovane a cui va dato il tempo necessario per tornare ai massimi livelli. Capisco che alla Juve ci sia la necessità di vincere subito, ma penso che la strada intrapresa sia quella giusta. Molti di questi ragazzi diventeranno dei campioni”.

Non è mancato il commento del francese neanche su Thuram e Kolo Muani: “Li ho incontrati al Mondiale per Club. Khéphren è un elemento indispensabile per la Juve: sul campo ha dimostrato che il club ha fatto bene a puntare su di lui. Ma è ancora giovane, deve continuare a lavorare per migliorarsi. È nel contesto perfetto per farlo. Kolo? Se fossi in lui resterei: gioca in una squadra che lo mette nelle condizioni di alzare l’asticella ogni giorno. Ora c’è anche David: credo che con Kolo potrebbe formare una grande coppia”.

Durante l’intervista, Matuidi ha detto la sua anche sulle voci di mercato che vedono Xhaka vicino alla Juventus: “L’eventuale arrivo di Granit male non farebbe. È un ottimo giocatore: ha fatto grandi cose a livello internazionale. La sua esperienza potrebbe tornare utile. La rosa ha grande qualità, credo che potranno provare a lottare per il titolo”.

Matuidi a tutto tondo: il francese ricorda i momenti in bianconero

Matuidi ha anche scavato nel suo cassetto dei ricordi bianconeri: “Dal mio arrivo in sede capii subito di trovarmi in una realtà fuori dal comune. Un’istituzione gigantesca, per storia, blasone, strutture. Le persone che ci lavoravano avevano un ambizione smisurata. Non voglio dire che al Psg non fosse così, ma era la prima volta che mettevo piede al di fuori della Francia”.

Su Allegri: “Con lui ho tuttora un rapporto eccezionale. Oltre ad essere un grande tecnico è una persona splendida. Se ha vinto tanto è anche per via delle sue qualità umane. In quegli anni è stato bravissimo a gestire lo spogliatoio: a me ha sempre parlato con un fare paterno, come se fossi suo figlio”.

L'aneddoto di Matuidi su Ronaldo
Matuidi svela un aneddoto su Ronaldo – (LaPresse) Rompipallone.it

L’aneddoto su Ronaldo: “Cristiano era un professionista impressionante, ossessionato dal lavoro. Una sera rientrammo alle 2 di notte alla Continassa dopo un match di campionato per recuperare le macchine. Eravamo sfiniti, eppure lui andò da Benatia e lo convinse ad accompagnarlo in palestra per un po’ di lavoro di scarico. Ho pensato fosse pazzo (ride ndr). Non si fermava mai”.

Sul 3-1 al Bernabeu: “Il gol? Non direi il più importante perché alla fine non è bastato per passare il turno. È stata una serata particolare: dovevamo ricordare al mondo che squadra fosse la Juve e penso che lo abbiamo fatto, giocando un match incredibile. Poi ci fu quel rigore su Vazquez: forse con le regole del Var di oggi non sarebbe andata a finire in quel modo. Non c’era? Direi proprio di no. Nello spogliatoio a fine partita c’era molto nervosismo. Avevamo messo in difficoltà il Real segnandogli tre gol al Bernabeu. Una roba non proprio da tutti in quel periodo: Allegri ci disse che era orgoglioso di quello che avevamo fatto”.

Gestione cookie