Stangata UEFA per i due attaccanti catalani: il caso doping, in scena a San Siro contro i nerazzurri, scatena le polemiche sui social
La stagione 2025/26 è alle porte, ma per l’UEFA è ancora tempo di revisioni della scorsa annata. E nelle ultime ore, ha riacceso i riflettori annunciando una serie di provvedimenti disciplinari destinati a far discutere.
La partita sotto osservazione è stata la semifinale di ritorno di Champions League tra Inter e Barcellona, terminata dopo 120 minuti col passaggio del turno nerazzurro. Dietro l’euforia dei nerazzurri e la delusione blaugrana, si nasconde però qualcosa in più: il tema dei controlli antidoping post-partita.
Secondo quanto comunicato dall’organo europeo, infatti, Robert Lewandowski e Lamine Yamal non avrebbero rispettato le procedure previste dal regolamento. Più precisamente, entrambi avrebbero saltato l’antidoping, ignorando le indicazioni dell’Ufficiale di Controllo Antidoping, e non recandosi subito nell’area riservata ai test come stabilito dagli articoli 21.8 e 21.10(a).
Lewandowski – Yamal, è polemica sull’antidoping
Il risultato della violazione? Una multa di 5.000 euro a testa. Non si tratta di un’accusa di positività, va sottolineato, ma di una violazione formale delle regole. Una mancanza che, per la UEFA, resta comunque grave. Il messaggio è chiaro: in materia di antidoping non esistono deroghe, nemmeno per le stelle del calcio mondiale.

Ma non finisce qui la multa per il Barça: se per Yamal e Lewandowski la vicenda si traduce “solo” in una sanzione economica, per il tecnico Hansi Flick la punizione è più pesante. L’allenatore tedesco, insieme al suo vice Marcus Sorg, è stato ritenuto responsabile di comportamenti contrari ai principi generali di condotta e al fair play. È inevitabile che questo caso faccia discutere lo stesso, anche a distanza di tempo: le sanzioni arrivano e in un momento in cui l’attenzione di tifosi e media è già proiettata alla nuova stagione.
La UEFA gli ha inflitto una multa di 20.000 euro e una giornata di squalifica nelle competizioni europee. In pratica, Flick dovrà guardare dalla tribuna la prima partita della prossima Champions League .La decisione si basa sugli articoli 11(1) e 11(2)(b) del Disciplinary Regulations, che richiamano il rispetto delle regole e un comportamento corretto verso arbitri, avversari e organi di controllo.
Il messaggio, per giocatori e staff, è dunque inequivocabile: la partecipazione alle competizioni UEFA implica il rispetto scrupoloso di ogni regola, indipendentemente dal risultato, dal prestigio del match o dal blasone dei protagonisti come in questo caso.