A distanza di quasi un anno la storia si ripete. In Napoli-Inter di ieri, 25 ottobre, l’arbitro Mariani ha assegnato un rigore che ha riacceso la polemica. Proprio come in Inter-Napoli 1-1 del novembre 2024, anche stavolta la decisione ha diviso tifosi e dirigenti. Un contatto tra Di Lorenzo e Mkhitaryan è bastato per scatenare discussioni, così come accadde quasi dodici mesi fa con Dumfries e Anguissa. Il VAR non è intervenuto in entrambi i casi, trattandosi di scelte di campo.
Mariani di nuovo al centro delle polemiche
L’immagine simbolo di questo nuovo capitolo mostra due azioni simili, distanti un anno ma identiche nel risultato: un rigore discusso e un’ondata di contestazioni.
Nel 2024 era stato Antonio Conte, allora allenatore del Napoli, a protestare duramente dopo il penalty assegnato ai nerazzurri. Dodici mesi dopo, il copione si è ribaltato. Stavolta a parlare è Giuseppe Marotta, che ha definito l’episodio “un rigorino”, riaccendendo il dibattito sul metro di giudizio e sul ruolo del VAR.

Rigori, arbitri e memoria corta
La Serie A torna così al centro di un tema ricorrente: la coerenza nelle decisioni arbitrali. Il fatto che Mariani fosse lo stesso direttore di gara in entrambe le sfide ha alimentato ulteriormente il caso. Il VAR, come previsto dal protocollo, non è potuto intervenire perché la valutazione di contatto rientra tra le decisioni discrezionali di campo.
Le immagini delle due azioni hanno fatto il giro dei social, accompagnate da commenti e confronti tra tifosi. In molti sottolineano la somiglianza tra i due episodi, altri chiedono maggiore uniformità. Quel che è certo è che ogni Napoli-Inter sembra destinato a far discutere anche dopo il fischio finale.