Caro Maestro ti scrivo

Oggi è un giorno speciale Andrea, uno di quelli che aggiunge un ulteriore anno alla tua vita, ma soprattutto alla tua meravigliosa e musicale carriera. Inutile nasconderci, non possiamo parlare di te come di un semplice giocatore che ha entusiasmato e segnato il panorama calcistico mondiale. No Andrea, tu sei molto di più. Sei entrato prepotentemente nella testa di chiunque si appresti a tirare calci ad un pallone, non sai quanti giovani calciatori sognino di effettuare dei lanci alla “Pirlo”, di battere delle punizioni ad “ascensore”( il tuo marchio di fabbrica) che vanno contro ogni legge della fisica, come se la traiettoria fosse telecomandata o decisa già per volere divino, di avere il comando del gioco al solo tocco del pallone. Possono essere un caso i tuoi soprannomi Architetto, Metronomo, Professore? La palla tra i tuoi piedi è come la bacchetta nelle mani dei migliori direttori d’orchestra: deve finire lì perché solo tu puoi guidarla e “portarla per mano” nella direzione che reputi più consona. Toscanini, dopo un battibecco con un soprano che si definiva stella e che era stata interrotta dallo stesso maestro durante le prove, aveva ribattuto, indicando se stesso, che “quando il sole splende le stelle non si vedono”. Ebbene Andrea, quando sei tu a splendere è difficile veder brillare una luce come la tua in campo, anche se adesso l’età avanza e saranno i ricordi a prendere il sopravvento. A proposito, sai che anche Toscanini ha diretto il suo ultimo concerto in America proprio dove tu concluderai molto probabilmente la carriera? Quante cose hai in comune con uno dei più grandi musicisti del XIX e XX secolo. No Andrea, non può essere un caso neanche il soprannome di Maestro. I paragoni nel mondo musicale fioccano, quante volte abbiamo sentito associato il tuo nome a Mozart, il compositore austriaco che è considerato uno dei più grandi geni della storia della musica. Per far comprendere la tua carriera alle generazioni future basterà elencare questi soprannomi, il resto poi verrà da sé.

(AP Photo/Matthias Schrader)Noi volevamo augurarti tutto il meglio possibile per questi 37 anni, ma soprattutto volevamo dirti grazie: ci hai dato tanto, ci hai viziato con il tuo modo di giocare tanto che adesso, come bambini che aspettano l’arrivo di Babbo Natale, culliamo il sogno di poter rivedere un nuovo Andrea Pirlo che dia ancora le geometrie in campo. Nel calcio di oggi dove conta la tecnica, la velocità e dove spopolano i Messi e Cristiano Ronaldo di turno, tu sei riuscito ad importi grazie ad uno stile ineguagliabile e ad un modo di giocare  che ti ha reso unico, quasi come se fossi forgiato da Efesto, non più Dio del fuoco ma del calcio. Grazie per i momenti che ci hai fatto vivere, non soltanto da tifosi delle varie squadre in cui hai militato ( vincendo davvero di tutto) ma soprattutto da italiani amanti del calcio. La nostra mente non smetterà mai di proiettare il gol contro il Ghana all’esordio del Mondiale del 2006 o il rigore della finale di Berlino, che gioia immensa Andrea! E che dire del rigore contro l’Inghilterra nei quarti di finale di Euro 2012? Arrivi tu sul dischetto, dopo l’errore di Montolivo, e scavalchi il portiere con un cucchiaio. In quel momento sapevamo di aver vinto la partita, ti sei preso la squadra sulle spalle, come fa un temerario condottiero con il suo esercito, dando una carica alla squadra incredibile ed inculcando tanta paura nelle gambe degli avversari nonostante fossero avanti dai tiri dal dischetto.

Questi sono soltanto alcuni momenti di una carriera troppo lunga da descrivere, ricca di successi, traguardi e momenti indimenticabili, proprio come i migliori direttori d’orchestra. Auguri di cuore Andrea.

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