Il cuore non basta: gli azzurri del basket si arrendono ad un passo da Rio

Era la partita da non sbagliare: nessuna impresa da compiere, nessuna missione impossibile, l’unico obbiettivo era superare un avversario non troppo pericoloso, come la Croazia, così come già fatto nella fase a gironi. Ma lo sport è bello perché è imprevedibile, e non sempre il livello di difficoltà di una gara si conferma quello immaginato alla vigilia. L’Italia cade in finale al torneo preolimpico, tanto voluto a Torino, città da sempre legata alla palla a spicchi, ed onorato mettendo in campo il massimo delle forze, senza però riuscire a superare la selezione di Petrović, vincitrice per 84-78, dopo gli overtime, con tanta, tantissima fatica! Seppur favoriti per la vittoria finale, però, gli azzurri di Ettore Messina non hanno preso sotto gamba l’impegno, affrontandolo con sudore e dedizione, concentrazione altissima, come d’altronde era impossibile non fare, considerata la posta in palio: la partecipazione alle olimpiadi di Rio del prossimo agosto.

CUORE AZZURRO. L’Italia che, per degli assurdi scherzi giocati dal sorteggio, viene introdotta come squadra ospite, nonostante il Pala Alpitour sia già incandescente quando parte l’inno di Mameli, comincia con poca precisione sotto canestro,  andando quasi sempre sul ferro. La tensione è palpabile per entrambe le squadre, e viene incrementata da un problema tecnico al tabellone, che interrompe la gara per circa venti minuti. Comincia dunque un’altra partita, dove non basta però il cuore di Cusin e degli altri azzurri, che lottano, restando sempre in partita, ma senza mai riuscire a rimontare in modo convinto il vantaggio della Croazia che trova in Bogdanovic un realizzatore implacabile. Ci prova Danilo Gallinari con il suo show personale: ispira e da il via alla rimonta dDanilo Gallinariell’Italia, che si concretizza soltanto per un brevissimo periodo nel  terzo quarto. Ma la Croazia risponde, con le tremende triple di Simon e con una fase realizzativa che riesce a riportarsi immediatamente avanti. Il finale della penultima frazione di gara è per cuori deboli, con il magnifico tiro da tre punti di Gigi Datome, che regala la speranza agli azzurri. Nell’ultimo periodo della gara la tensione torna ad essere a livelli altissimi, con la nazionale di Messina che getta il cuore oltre l’ostacolo, ma la Croazia brava a chiudere le trame di gioco degli avversari, portandosi anche ad un parziale di +8. La tripla di Belinelli e quella sbagliata da Saric sono la chiave di volta, il preludio per il lieto fine: all’ultimo istante proprio l’uomo con la maschera in visto, Marco Belinelli, illumina con una vera magia il Pala Alpitur che viene mandata in canestro da Melli. Si va dunque agli overtime, con il risultato sul 70-70, e le due squadre stremate. Le squadre vanno avanti colpendosi senza sosta, come se fosse una battaglia, ma è di Bogdanovic il colpo decisivo, da tre punti, che stronca le gambe agli azzurri, a tempo quasi scaduto.

FUORI DALLE OLIMPIADI. L’Italia esce a testa alta, ma porta con sé un sapore ancora più amaro, oltre che per la qualificazione ai giochi olimpici mancata, anche per le dichiarazioni della vigilia firmate Petrovic, riferite alla precedente partita tra le due nazionali in questo torneo, ovvero quella alla fase a gironi: secondo il coach croato in quella gara ci sarebbero stati ben 19 errori arbitrali a favore dell’Italia, e secondo lo stesso, questi avrebbero condizionato il risultato di quella partita (le proteste croate non sono mancate nemmeno questa sera). Ma gli azzurri visti in finale, sebbene non siano stati per lunghi tratti di gara in vantaggio, hanno convinto ed emozionanto, versando tutto il loro sudore sul parquet di Torino e spazzando via queste contestazioni. L’atteso ritorno nei giochi olimpici per la nazionale italiana, dopo l’argento di Atene 2004 (ultima partecipazione azzurra ai giochi olimpici), non avverrà a Rio, dove gli azzurri avrebbero potuto la competizione da assoluti protagonisti: il gruppo visto al preolimpico è solido e maturo, ed ha dimostrato di poter essere pericoloso con qualsiasi uomo, e non solo con i soliti noti come Gallinari o Belinelli. Inoltre, negli ultimi anni il basket – anzi, la pallacanestro – in Italia, come dimostra la folla che questa sera ha letteralmente sommerso i protagonisti della selezione azzurra alla loro partenza verso il palazzetto, sta acquisendo sempre più fascino e dignità. D’altronde dopo aver visto il match di questa sera, e le emozioni che ha trasmesso sino all’ultimo secondo, ci vorrebbe del coraggio a chiamarlo sport secondario.

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