Marco Rossi, dalla serie C al sogno ungherese

Dopo una discreta carriera da giocatore, condizionata anche da numerosi infortuni, Marco Rossi sceglie di intraprendere la carriera da allenatore che lo ha portato ad arrivare dalle panchine di Serie C a una grande manifestazione europea. La sua storia sottolinea ed evidenzia le diifficoltà del calcio dilettantistico italiano, che lo hanno infatti portato, prima a pensare di abbandonare definitivamente il calcio per poi fortunatamente ricredersi e decidere di andare a cercare fortuna all’estero.

Marco Rossi, l’inizio di tutto in Serie C

Dopo la salvezza conquistata con il Piacenza nel 97′ ma dopo una stagione costellata dagli infortuni, Rossi è costretto a scendere di livello e dopo tre anni difficili Eccellenza appenderà gli scarpini al chiodo . Inzierà così la sua carriera da allenatore, una storia di fatica e perseveranza, che lo hanno condotto fino a dove si trova ora. Partirà nel 2004 con la primavera del Lumezzane, per poi essere promosso in prima squadra ,che milita in C1, dove rimarrà fino all’esonero del 2006. Passeranno poi parecchi anni di transizione senza risultati eccelsi spostandosi tra Serie D e Serie C, dove allenerà Spezia, Pro Patria, Scavatese e Cavese. Proprio quest’ultima nel 2010 sarà la sua ultima panchina in Italia, prima di un periodo di inattività che lo porterà a pensare di lasciare il mondo del calcio.

La svolta Ungherese

Per pura casualità durante una cena a Budapest troverà la sua successiva panchina, all’Honved, come testimoniano le sue parole: “Andai a trovare un amico che ha un ristorante a Budapest, per la prima volta nella mia vita decisi di propormi, chiamai Fabio Cordella, direttore sportivo all’Honved Budapest. Ho iniziato da lì, poi ho vissuto una stagione in Slovacchia, all’Fk Dac prima che arrivasse la chiamata della federazione ungherese“. Prende la guida della squadra nel 2012 e ottiene buoni risultati, come un terzo posto in classifica e l’accesso ai preliminari di Europa League. Si dimetterà ad Aprile della stagione successiva per poi tornare nel 2015 con il compito di portare la squadra alla salvezza. L’anno successivo porterà la squadra alla semifinale della coppa nazionale ma soprattuto alla vittoria del campionato, titolo che mancava da 24 anni all’Honved.

Subito dopo la fine della stagione rassegna le dimissioni per divergenze economiche con la società, diventerà così l’allenatore del DAC Dunajská Streda. Rimarrà alla guida della squadra slovacca per 1 anno, portandola in Europoa League, fino alla chiamata della Federazione Ungherese.

La favola Ungheria all’Europeo

Dopo la qualificazione insperata trovata nei minuti finali contro l’Islanda e lo sfortunatissimo sorteggio del girone, l’Ungheria sogna di chiudere in bellezza Euro 2020. Dopo aver tenuto i campioni d’Europa sullo 0-0 per 80 minuti, contro la Francia è arrivato uno straordinario pareggio. Perchè come detto da lui stesso in conferenza stampa: “Succede perché noi siamo abituati a soffrire e lottare. È la storia del mondo, chi ha talento arriva in vetta con poco sforzo perché Dio lo ha benedetto, chi ne ha meno come me e qualcuno dei miei deve lottare con unghie e denti per un posto al sole”. Grazie al suo incredibile lavoro adesso l’Ungheria può davvero sognare di lasciare un segno in questo Europeo, soprattuto in un girone che sembrava uno scherzo del destino. Comunque vada, la partita di domenica con la Germania, sarà comunque indimenticabile.

Marco Rossi, un altro pò di Italia all’Europeo

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