Riforma dei campionati: come cambiano Serie A, B e C

Dopo il flop di Mancini e della Nazionale in ottica Qatar 2022 (il secondo di fila dopo quello di Russia 2018, mai successo nella storia azzurra di mancare per due mondiali consecutivi), è evidente che servano dei cambiamenti.

Le proposte vanno dal riformare settori giovanili, ormai aridi di talenti per il panorama internazionale, al tagliare i campionati che, con 100 club professionistici tra Serie A, B e C, rappresentano un primato europeo (basti pensare che l’Inghilterra ne conta 91). Come riportato da ItaSportPress, proprio su questo punto potrebbe cadere l’occhio dei vertici federali, ma vediamo meglio come.

Gabriele Gravina, presidente della FIGC

SEMIPROFESSIONISMO


Nei piani della Federcalcio esiste già da tempo un progetto che prevede la formazione di una Serie D “élite” formata da quattro gironi con 20 squadre ciascuno (al posto degli attuali nove gironi). Il professionismo, invece, verrebbe ridotto da 100 a 78 club: Serie A a 18 squadre, Serie B a 20, e Serie C formata da due gironi con 20 squadre ognuno.

QUESTIONE RETROCESSIONI


L’ipotesi è quella di seguire il modello tedesco: retrocessioni dirette per le ultime due di Serie A (viceversa promozione diretta per le prime due classificate in B) e terzultima di A costretta a fare un playoff con la terza della Serie B. Lo stesso meccanismo verrebbe poi introdotto per i passaggi da B a C e da C a D.

Marco Gioviale

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