Caso Plusvalenze, dalla Procura: “Bilanci Juve redatti senza regole”

I primi resoconti. Il super consulente della procura di Torino Enrico Stasi si sta certamente dando da fare negli ultimi tempi, ed ha recentemente redatto, in un centinaio di pagine, quelle che sono le prime conclusioni riguardo l’analisi dei bilanci della Juventus.

Dopo la nomina a carico della società bianconera datata autunno 2021, la procura di Torino sta davvero lavorando a fondo per trovare la quadra riguardo l’inchiesta sulle plusvalenze fittizie.

Secondo una prima ricostruzione sarebbero state confermate, dopo un’accurata analisi, le accuse riguardo le false comunicazioni sociali e le false fatturazioni mosse a carico di 13 imputati, in cui spiccano appunto gli ex vertici della dirigenza juventina, tra cui l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’ex vice-presidente Pavel Nedved e l’ex amministratore delegato Maurizio Arrivabene.

Queste, riportate da Repubblica, le prime parole e conclusioni di Stasi riguardo la vicenda:

“I bilanci della Juventus non appaiono redatti nel rispetto delle norme di legge e regolamentari provenienti dalla Consob e dei principi contabili internazionali che disciplinano la formazione di detti documenti”.

Andrea Agnelli Juventus

Juventus: la procura di Torino fa sul serio

Stasi ha poi continuato così:

“In particolare, risulta accertato che nei predetti documenti contabili non sono state correttamente e fedelmente rappresentate le operazioni di scambio/permuta dei calciatori, tanto a livello di plusvalenze relative a calciatori ceduti, quanto a livello di costi di acquisizione e relativi ammortamenti dei calciatori acquistati. Ed è stato altresì accertato che i debiti per retribuzioni del personale tesserato non sono stati contabilizzati secondo il principio della competenza”.

Infine, sulle anomalie riguardanti la così detta “manovra stipendi”, Stasi si è espresso in questo modo:

“È stato accertato che il comunicato stampa diffuso dalla società il 28 marzo 2020 non fornisce una informazione completa e corretta dell’accordo intercorso con i calciatori e l’allenatore circa la rinunzia alle retribuzioni loro spettanti”.

Giulio De Pino

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