GRAZIE RAFA – Rafa Nadal

2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2017, 2018, 2019, 2020, 2022.

Quanto è stato bello ascoltare per anni questa intro, sul tuo terreno, su quella che difatti è stata casa tua per tanti, molti e forse anche troppi anni.

Un coro unanime, all’apparenza infinito, che nessuno voleva veder volgere al termine. Ci speravano tutti in una tua vittoria lì, ogni anno, per allungare quella intro, per allungare ancora un po’ la tua carriera.

E invece oggi, Rafa, quanto ci hai fatto male con quell’annuncio. Quanti ricordi abbiamo visto volare via, quanto dolore abbiamo provato nel sentire le tue parole. Già, dolore, quello stesso dolore con cui ormai convivi da anni e che forse, azzardiamo, è stato leggermente superiore rispetto a quello di tutti noi quest’oggi.

E allora sai che c’è Rafa? Hai fatto bene, e non possiamo dirti altro che grazie, per tutti i brividi che ci hai donato, per tutte quelle pose con in mano un trofeo, per tutti quei match indimenticabili che ti abbiamo visto giocare.

Ritiro Rafa Nadal
Rafa Nadal – (LaPresse)

Perché Rafa Nadal non è stato solo un perfetto connubio fra terra rossa e infortuni, malgrado fin troppe volte sia stato relegato solo a questo. È stato un vero e proprio innovatore di uno sport reso celebre, e questo è certo, soprattutto da uno spagnolo dall’estetica inconfondibile.

La canotta e il pantalone sotto al ginocchio. La bandana. La folta chioma pronta a muoversi ad ogni dritto. I completini sgargianti, rosa, viola o arancio. Il tuffo sull’erba di Wimbledon, Roger sembrava imbattibile. Le iconiche movenze prima del servizio. La Battle of Surfaces. Le accuse di essere poco elegante. L’iconica rimonta contro Medvedev. I Big Three, ne sei stato il più forte.

Sei stato e sarai per sempre questo. E allora, ti salutiamo alla vecchia maniera.
Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie; Rafa.

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