Rivelazione shock di Orsato: “Dopo una partita successe questo”

L’ex arbitro internazionale, che ha diretto oltre 300 partite, racconta di un retroscena sulla sua carriera da arbitro

Daniele Orsato è universalmente riconosciuto come uno degli arbitri più bravi degli ultimi anni. Una sorta di erede di Pierluigi Collina a livello di nomea, nazionale e non. Il fischietto di Schio, ormai ritirato, è secondo per maggior numero di match diretti in Serie A, avendo arbitrato 289 partite. oltre ad essere stato premiato per cinque volte consecutive come miglior arbitro dal Gran Galà del calcio.

Inoltre, ha arbitrato partite importantissime come la finale di Champions League 2019/2020 tra PSG e Bayern Monaco, una semifinale mondiale nel 2022 tra Argentina-Croazia e diverse di Coppa Italia, tra cui lo storico derby tra Roma-Lazio del 2013 vinto dai biancocelesti.

L’arbitro racconta: “Sette giorni di sorveglianza”

Orsato si è ritirato dopo aver inviato una lettera di dimessioni alla Federazione ad agosto 2024. Ora è commissario per lo sviluppo del talento arbitrale dell’AIA. In un’intervista all’edizione odierna del Corriere di Verona, l’ex arbitro ha raccontato di un fatto spiacevole capitato dopo una partita.

Orsato
Orsato, la triste rivelazione: “Finito sotto scorta” – rompipallone.it

“In Serie A la contestazione del tifoso verso l’arbitro si è alleggerita – racconta – lo strumento attenua la rabbia. Diciamo che la vita è migliorata, c’è meno astio. Sicuramente il momento più difficile è stato quando, dopo una partita, mi è stata assegnata una scorta”.

Orsato prosegue: Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia. Un arbitro sa di dover affrontare contestazioni, fa parte del gioco, ma quella volta era diverso: non ero solo io al centro della tempesta, c’erano di mezzo mia moglie e i miei due bambini piccoli. Il calcio dovrebbe essere passione, competizione, ma mai paura. Ecco, queste cose non dovrebbero accadere nel mondo dello sport. Perché quando il dissenso supera il confine del campo e diventa minaccia, significa che abbiamo smarrito il senso più autentico del gioco”.

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