Questo episodio verificatosi durante una gara tra Italia ed Estonia lo ricordano in pochi. Ha cambiato per sempre una regola del gioco.
Con i principali campionati d’Europa fermi per dar spazio alle qualificazioni al prossimo Mondiale che si terrà in Canada, Stati Uniti e Messico il prossimo anno, l’attenzione di tifosi e appassionati si sposta sulle partite delle nazionali che ci terranno compagnia almeno fino alla metà della prossima settimana.
Partite, che vedranno ovviamente protagonista anche la nuova Italia di Gennaro Gattuso che, sbarcato a Coverciano lo scorso giugno, questa sera esordirà sulla panchina azzurra sul campo del Gewiss Stadium di Bergamo contro la modesta Estonia di Jurgen Henn.
Appuntamento, quello dell’impianto orobico, al quale gli uomini del tecnico calabrese arrivano con l’obbligo di ottenere i tre punti, necessari per tenersi in scia di Israele e Norvegia, al momento seconda e prima in classifica nel Gruppo I di qualificazione.
Non battere la nazionale baltica significherebbe infatti mettere ancora più in salita il percorso verso quei mondiali ai quali non partecipiamo dall’edizione brasiliana del 2014. Incontrata fin qui sette volte, con un bilancio di sette vittorie azzurre, l’Estonia affrontò per la prima volta l’Italia nel lontano aprile 1993.
Gara, quella, giocata precisamente mercoledì 14 aprile al Nereo Rocco di Triste e vinta 2-0 dagli uomini di Arrigo Sacchi grazie alle reti di Roberto Baggio e Giuseppe Signori, in cui si verificò un episodio assai particolare che portò, da lì a poco, a una modifica sostanziale di un aspetto del gioco.
Italia-Estonia, l’episodio che cambiò tutto: oggi non si può più fare
Come detto, il primo incontro che vide contrapposte Italia ed Estonia risale al 14 aprile 1993. Incontro, quello, valevole per le qualificazioni al Mondiale americano dell’anno successivo, passato per certi versi alla storia non tanto per la vittoria italiana per 2-0, quanto, piuttosto, per un episodio molto singolare che ebbe come protagonista il terzino estone, Risto Kallaste.

Durante il match disputato, come detto, al Nereo Rocco di Trieste, l’esterno della squadra ospite ebbe la geniale, quanto insolita idea di battere una rimessa laterale con una spettacolare capriola.
Una mossa inaspettata, eseguita per permettere al pallone di arrivare quasi a ridosso dell’area di rigore dalla linea di centrocampo, che sorprese non solo il pubblico presente alla stadio, ma anche il compianto Bruno Pizzul, che quella sera si trovava, come suo solito, in cabina di commento.
Il gesto, ovviamente straordinario, ebbe, però, vita breve. Da lì a poco, infatti, chi di dovere decise di vietarlo senza alcuna spiegazione specifica, cambiando per sempre un aspetto del gioco che, con i giocatori giusti, oggi avrebbe potuto far comodo a molti allenatori.