Cinque nomi, cinque top player, cinque situazioni da gestire. Un declino inaspettato di campioni che hanno scritto la storia di un club. Ora la patata bollente è tutta nella mani dei loro allenatori.
“Problemi, problemi, problemi”, per citare il telecronista di F1 Carlo Vanzini in vista del GP di Monza in programma nel weekend. Una parola, che mai come ora, frulla nella mente di cinque allenatori di Serie A, alle prese con degli esuberi di lusso da gestire almeno fino a gennaio.
Cinque storie, cinque dinamiche diverse, ma collegate l’una all’altra dalla parola “esclusi”. Sono praticamente dei separati in casa: c’è chi si allena in gruppo e chi da solo, ma tutti aspettano che qualcuno arrivi e gli dica: “Ti diamo una seconda possibilità”.
5) Lucumì: dalla panchina con il Como, al possibile rinnovo
Era praticamente pronto a salire sull’aereo successivo a quello di Beukema, però, con direzione Sunderland. I 28 milioni avrebbero fatto gola a chiunque per un calciatore in scadenza. Alla fine è rimasto a Bologna, tra la suscettibilità generale dei tifosi e del suo allenatore.

Dopo un esordio non brillante contro la Roma, Italiano lo aveva relegato (inizialmente) in panchina contro il Como “perché distratto dal mercato”. Ma è già acqua passata: Italiano vuole ritrovare il suo difensore e il colombiano è sempre più vicino ad un rinnovo per altri due anni. Lucumì ora, però, dovrà sgomitare con Heggem per una maglia da titolare.
4) Gimenez prova la tattica del “tifoso”: resta da convincere Allegri
Una storia pubblicata su Instagram come a dire: “Io da qua non mi muovo”. Un messaggio romantico, che però ora spetta ad Allegri decifrare. Le prime due uscite non hanno aiutato il messicano, così come i tanti tentativi dei rossoneri nel provare a prendere un sostituto.

Gimenez, che sia per un motivo o per un altro, alla fine è rimasto alla corte del tecnico toscano. Non sarà il bomber che voleva, ma adesso Max avrà un’arma in più da affiancare a Leao, Pulisic e Nkunku. Spetta solo al 7 del diavolo riprendersi la scena, facendo ricredere il suo allenatore e la dirigenza.
3) Vlahovic: l’esubero che diventa jolly di lusso
Lo voleva Allegri al suo Milan, ed erano vicinissimi a ritrovarsi dopo un lungo corteggiamento. Il progetto rossonero, però, non ha mai convinto del tutto il serbo, forse condizionato dall’ennesimo tentativo di Marotta che, quando sente profumo di parametro zero, si fionda a capofitto, facendo sorgere più di un dubbio a Vlahovic.

Ma questo è un discorso rimandato a gennaio, con il 9 bianconero che ora è rimasto alla Juventus, creando un problema a Tudor. Due partite, due gol e la forte possibilità di riprendersi la maglia da titolare. È quello più in forma, e David ed Openda sono avvisati.
2) Pellegrini: una situazione risolta dal Gasp
Si piazza al secondo posto con un distacco leggerissimo dal primo. Una dinamica contorta, racchiusi in tre punti: prima il Gasp gli ha tolto la fascia di capitano, poi ha dichiarato che il rinnovo non ci sarà (confermando la rottura con la dirigenza), fino ad arrivare al reintegro.

Il West Ham ha tentato, ma nulla fare. E Gasperini ha già messo in atto altri tre punti per permettere a Pellegrini di riprendersi la sua Roma: prima la convocazione simbolica contro il Pisa; poi quella lunga chiacchierata in allenamento; fino ad inserirlo nella lista Uefa. Segnali che possono davvero dare nuova linfa al 7 giallorosso.
1) Lookman: la sua nuova squadra è…l’Atalanta
Recap rapidissimo. In vendita. Il Napoli bussa, ma niente. L’Inter affonda con 42 milioni più 3 di bonus. No dell’Atalanta. Lookman scompare. Ci prova last minute il Bayern Monaco con un prestito. Altro secco no di Percassi che vuole la cessione a titolo definitivo. Mercato chiuso. Lookman resta a Bergamo (almeno fino a gennaio). Crediamo di aver detto tutto.

Il presente ora dice, per quanto possa sembrare assurdo, che Ademola Lookman è un nuovo giocatore dell’Atalanta. È tornato a Zingonia ad allenarsi (da solo) e Juric ha lanciato un primo segnale forte: lo ha inserito nella lista della Champions. La strada per il perdono è lunga, ma il primo passo l’ha fatto il tecnico croato.