È solo l’ultima di una lunga serie. Un campione che ha scritto pagine e pagine della storia del calcio, ma che purtroppo verrà ricordato anche per un altro motivo.
Luis Suarez è sicuramente tra gli attaccanti più forti della storia del calcio, che verrà ricordato soprattutto in quel tridente dei sogni formato con Messi e Neymar al Barcellona. Un attacco che ha fatto invidia alle grandi d’Europa per 4 anni, prima dell’addio di O’Ney nel 2017.
Un calciatore senza tempo, passato alla storia sia prima del suo arrivo in Catalogna, con gli anni all’Ajax e, soprattutto, al Liverpool, e poi con l’Altetico Madrid di Simeone, con cui vinse una Liga dominando le due forze per eccellenza Real e proprio la sua ex Barcellona.
Anni ed anni da vincente, tra gol e assist che resteranno ben impressi nella mente dei tifosi passati e futuri. Quei ricordi che, appunto, non vanno via, come quegli episodi extra campo dove, purtroppo, si è reso protagonista l’uruguaiano.
Suarez ci è cascato di nuovo: cosa è successo
L’Inter Miami è uscito sconfitto, con un sonoro 3-0, nell’ultimo match contro i Seattle Sounders valido per la League Cup. E non sarà di certo il match in sé ad essere ricordato. Suarez, insieme ad uno degli altri ex Barca Sergio Busquets, si è reso interprete di una maxi-rissa al termine della partita.

Una maxi-rissa tramutata in maxi-squalifica: lo spagnolo ha ricevuto “solo” due giornate per aver dato un pugno ad un avversario; l’uruguaiano sarà obbligato invece a stare in tribuna per le prossime sei partite a causa del gesto rivolto verso un membro della squadra avversaria.
Suarez, infatti, è stato “beccato” dalle telecamere mentre sputava verso un addetto dei Seattle Sounders. Un gesto subito diventato virale e che ha spinto la commissione americana a sanzionare l’ex Barca. L’attaccante, però, non è di certo nuovo a questo tipo di comportamento.
Luis Suarez e i gesti anti-sportivi: l’uruguaiano detiene anche un record
Tre squadre. Tre episodi. Due con i club e uno in nazionale. Come detto in precedenza, Suarez è passato alla storia anche grazie agli anni all’Ajax. Ecco, proprio dalle parti di Amsterdam, arrivò il primo gesto da ricordare, o comunque certificato da testimoni e immagini.
Nel 2010 addentò la spalla del giocatore del PSV Otman Bakkal. Una mossa che lì per lì nessuno vide, ma che fu ben visto post partita. Un’ispezione che gli costarono sette turni di squalifica. E uno potrebbe pensare: “Sarà stato un gesto d’ira, senza cattiveria o malizia”.

E invece no. Ci spostiamo giusto di tre anni più avanti, nel 2013, quando Suarez si spostò un può più al nord con destinazione Liverpool. Altro giro, altro morso. Questa volta la “preda” fu il difensore del Chelsea, Ivanovic, a ritrovarsi i segni dei denti dell’uruguaiano sulla sua spalla.
Anche lì non ci fu nessuna sanzione al momento, con Suarez che addirittura segnò il gol del pareggio in piano recupero. Alla fine fu la tecnologia a tradirlo: notato e sanzionato con 10 giornate di squalifica più una multa salata.
E arriviamo finalmente all’anno che tutti noi italiani ricordiamo, purtroppo, amaramente. Campionato del mondo di calcio del 2014. Italia-Uruguay. Ultima apparizione degli azzurri ad un mondiale. E già così fa male di suo ma, ad uno dei nostri, provocò ancora più dolore.

Giorgio Chiellini, testò il brivido del morso in prima persona, con Suarez che prese in pieno la spalla sinistra di Giorgione. Un’immagine stampata nella mente degli italiani, con Chiellini che abbassa la maglietta, mostrando “fiero” i segni lasciati dall’uruguaiano, che intanto simulava una rottura di un dente.
Altro giro, altra corsa, altra squalifica, ma questa volta con record. La FIFA lo sanzionò con 82mila euro di multa e 9 turni di squalifica, che superarono quelle precedenti date proprio ad un italiano, Mauro Tassotti (8). Un vizio che non si è tolto nemmeno a 38 anni. Forse bisogna solo attendere che si ritiri dal mondo del calcio.