A volte non basta entrare nel cuore dei tifosi per essere ricordato. Sarri è tornato, ma non ha iniziato nel miglior modo possibile e si ritrova ora a dover già rincorrere le dirette avversarie.
Quattro giornate, tre punti conquistati e il blocco del mercato nella sessione estiva non può essere un alibi. E non lo cerca nemmeno Maurizio Sarri, che sa benissimo di avere comunque una squadra con calciatori di un certo livello.
Bisogna pur dire che non sapeva di questo famoso blocco prima della firma, tanto che per un momento si vociferava addirittura di un suo addio, dopo averlo scoperto. Invece alla fine è rimasto, consapevole dell’enorme potenziale a disposizione per provare a costruire qualcosa.
Cosa non si sa, visto che quel 4-0 all’Hellas Verona alla seconda di campionato, alla fine si è rivelato essere solo fumo negli occhi. La stagione è ancora lunga e a gennaio i biancocelesti potranno rinforzare la rosa, con un mercato a costo zero, a meno che non cambi qualcosa entro il 30 settembre.
Quello che sicuramente vorrà cambiare Sarri è la partenza di questa stagione. Un inizio che non soddisfa l’ambiente e nemmeno lui, che ora vede gli spettri di un passato già vissuto.
Lazio come nel 2023: i biancocelesti (e Sarri) sanno bene come andò a finire
Appunto come la stagione 2023/2024, in cui Sarri iniziava la sua terza annata sulla panchina della Lazio. Ma il tanto entusiasmo di inizio campionato fu subito smorzato dalle 3 sconfitte e una sola vittoria ottenuta. E si, esattamente come quest’anno appena cominciato.
Un vero è proprio ritorno al passato, confermati anche dallo stesso numero di gol realizzati: quattro. La speranza, però, è che possa non essere del tutto un ritorno al passato, considerando che nel marzo del 2024 il tecnico campano diede le sue dimissioni.

Una partenza che porta con sé inevitabili dubbi e domande sulla scelta fatta. Sicuramente non sarebbe facile per nessuno ritrovarsi a non poter avere i calciatori che vorresti per ricostruire da zero la tua rosa. In aggiunta la sconfitta nel derby, non aiuta l’umore di un ambiente già abbattuto, dopo quanto accaduto in estate.
Il Comandante, però, ci ha tenuto comunque a ribadire che la squadra c’è e che sta man man imparando le sue nuove direttive. E poi i tifosi possono tornare un minimo a sperare, visto che Maurizio Sarri è il maestro delle partenza false, ma con finali incredibili.
Non è la prima volta per Sarri: ma come sono andati i recenti inizi di stagione?
Ogni volta che ha cambiato squadra, Maurizio Sarri è sempre stato criticato prima ancora di accomodarsi in panchina. Negli ultimi anni sono state parecchie quelle volte, a partire dal suo periodo più roseo al Napoli.
Quel periodo che non era iniziata benissimo, dopo che i partenopei arrivano dal ciclo vincente e rinnovativo targato Benitez. Lo spagnolo resterà sempre nella testa dei tifosi azzurri, dopo quanto fatto per far crescere la società a suon di qualificazioni, trofei e calciatori di un certo livello.

Quindi immaginatevi come poteva sembrare Maurizio Sarri agli occhi di un tifoso napoletano, dopo che il tuo ultimo allenatore ha portato a Napoli campioni del calibro di Higuain, Albiol, Callejon e Reina. Il tutto poi se ci mettiamo che il Comandante arrivava dalla neo-promossa Empoli.
E infatti, l’inizio con la società campana, non fu dei migliori: 5 punti in quattro partite. Ma Sarri è sempre stato un uomo dedito al lavoro. Ha abbassato la testa, pedalato e portato i suoi ad un secondo posto finale alle spalle solo dei colossi della Juventus.

Concluso il suo periodo napoletano, ci sono stati in sequenza Chelsea e Juventus e anche lì nessuno lo voleva. Eppure qui era iniziata alla grande: con i Blues aveva fatto bottino pieno nelle prime quattro giornate e conquistato l’Europa League a fine stagione, mentre con i bianconeri furono 1o i punti, con la vittoria finale del nono e ultimo scudetto in casa Juve.
Ma questo è il passato e Sarri vuole riportare l’aquila a volare nuovamente in alto. E magari il segreto sta proprio in questo: criticarlo. Forse i tifosi biancocelesti dovrebbero prenderlo un po’ più di mira, visto come sono andate a finire le altre volte in cui qualcuno non lo voleva.