Lionel Messi che tutti immaginavano in Arabia Saudita non ci sarà. Il campione argentino aveva avanzato la proposta di giocare nella Saudi Pro League per circa quattro mesi, nella pausa tra stagioni, per prepararsi al meglio al FIFA World Cup 2026, ma la risposta è stata netta: “Non siamo un campo d’allenamento”. Il rifiuto ha consegnato una scelta di visione del calcio saudita che va oltre la stella mondiale.
Messi vuole la pausa-allenamento, l’Arabia dice no
Secondo quanto emerso, Messi e il suo entourage avevano contattato alcuni club della Saudi Pro League durante la pausa della MLS, proponendo un prestito o contratto breve per i quattro mesi precedenti al Mondiale. Un dirigente saudita ha spiegato:
Ho presentato la proposta al ministro, ma si è rifiutato di far venire Messi per soli quattro mesi e la questione è stata chiusa. Ha detto che il campionato saudita non sarebbe stato un ritiro di allenamento.
La frase rivela una linea chiara: la lega araba vuole essere percepita come campionato serio, non come tappa transitoria per giocatori che cercano solo un periodo di condizione ideale.

Motivi e implicazioni della decisione
L’Arabia Saudita ha investito molto negli ultimi anni per elevare il profilo della propria lega, portando campioni come Cristiano Ronaldo, Karim Benzema e Neymar. Il tentativo di includere Messi avrebbe ulteriormente rinforzato questa ambizione. Tuttavia la condizione richiesta – un semplice contratto breve in vista del Mondiale – non è stata ben vista dalle autorità saudite, che hanno preferito restare coerenti con il messaggio di piena partecipazione competitiva.
Per Messi, l’alternativa per mantenersi competitivo fino al 2026 è la MLS. Per la Saudi Pro League, è un segnale preciso: la serietà viene prima delle operazioni glamour.
Un riflesso del calcio globale in evoluzione
L’episodio mette in luce due tendenze contrapposte: da un lato, i campionati emergenti che cercano di attrarre superstar; dall’altro, la volontà di non essere solo “palcoscenico” temporaneo. Messi, veterano del calcio mondiale, si trovava in un momento in cui ogni scelta strategica conta, ma ha dovuto fare i conti con una cultura sportiva diversa.
La Saudi Pro League manda così un messaggio: “Siamo un campionato con identità”. E per un giocatore del calibro di Messi, significa che anche le stelle devono integrarsi nel progetto, non solo approfittarne.