Caso Palomino, Atalanta nei guai? Tutto quello che c’è da sapere sulla procedura

La clamorosa notizia pervenuta ieri riguardo la positività all’antidoping di Luis Palomino ha scosso la Serie A. Adesso, il giocatore è chiamato a rispondere a tali accuse, ma la situazione è tutt’altro che semplice.

Più precisamente, l’argentino sarebbe risultato positivo al Clostebol, uno steroide anabolizzante contenuto solitamente nelle pomate cicatrizzanti, come ad esempio il Trofodermin. Il difensore dell’Atalanta è stato dunque immediatamente sospeso secondo la richiesta della Procura Nazionale Antidoping.

Atalanta Palomino Doping

Per i processi legati a questa sostanza dopante, gli esiti in passato sono stati vari, soprattutto in base alle responsabilità effettive dell’imputato che solo in caso di accertata colpevolezza di terze parti potrebbe avere una pena scontata. Un caso analogo risale al 2017, quando il capitano del Benevento Lucioni venne squalificato per un anno a seguito della positività proprio al Clostebol.

Palomino e l’Atalanta avranno ora tre giorni a disposizione per richiedere le controanalisi. Se il risultato dovesse essere lo stesso del primo test effettuato ad inizio Luglio nel ritiro di Zingonia, il giocatore dovrà presentarsi di fronte al Tribunale Nazionale Antidoping per aver violato gli articoli 2.1 e 2.2 del Codice sportivo antidoping. In questi casi, la sospensione potrebbe durare fino a due anni se non ci dovesse essere intenzionalità o fino a quattro se fosse invece comprovata.

Ruggero Gambino

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