Italia, Mancini sul problema attaccanti: “Giocano poco nei club”, poi il retroscena su Retegui

Molto più di quattro chiacchiere. Manca sempre di meno alla sosta che darà spazio alle nazionali, e manca quindi sempre di meno al ritorno in campo anche della Nazionale Italiana. Per gli uomini di Roberto Mancini si profila all’orizzonte da subito una grande sfida: quella contro l’Inghilterra.

Intervistato durante la messa in onda su Dazn dello speciale Supertele, l’ex allenatore del Manchester City ha avuto modo di spaziare tra un considerevole numero di argomenti, iniziando proprio a parlare della sfida con i Three Lions, che verrà ospitata dal Diego Armando Maradona di Napoli:

“Spero che sia una bella partita e spero che lo stadio sia pieno come penso che sarà. La gara sarà difficile ma partire bene sarà importante. Le caratteristiche umane sono importanti, i ragazzi devono avere feeling e spero di poter convocare calciatori che stanno bene”.

Roberto Mancini Italia

Mancini: le sue parole

Queste le sue parole riguardo il nuovo innesto della Nazionale Italiana, Mateo Reteguì, attaccante classe 1999 in forza al Tigre:

“Sì, lo stavamo seguendo da tempo. È un ragazzo gioovane che gioca titolare da due anni nel campionato argentino. Ha qualità che a noi mancano, pensavamo che non volesse venire ma ha detto subito di sì e lo abbiamo convocato”.

Poi, la sua risposta alla domanda Da chi si aspetta qualcosa di importante in attacco?, sottolineando come molti di questi attaccanti trovino davvero poco spazio nelle loro squadre di club:

“La speranza è che quelli che in questi momenti giocano un po’ meno possano affermarsi. Raspadori per noi è importante ma non gioca molto, Scamacca viene da un infrotiunio e non gioca spesso. Se giocano riescono a migliorare, anche se all’inizio faranno degli errori, ma poi diventeranno giocatori importanti. Abbiamo questi in questo momento, compreso Gnonto. Non c’è una grande scelta. Zaniolo? Non possiamo valutarlo come centravanti. Pochi giocatori impiegati in Serie A? Questo è un problema che ci portiamo da diverso tempo, dobbiamo trovare le soluzioni ma lamentarsi non porta a nulla. I club fanno le loro scelte, così come gli allenatori”.

In seguito, la sua risposta alla domanda Quale allenatore italiano le piace di più tra gli emergenti?

“Credo che gli italiani siano tutti molto bravi. Spalletti ha molta esperienza, sta facendo una stagione straordinario. Poi ci sono Italiano e Motta che stanno facendo giocare bene le loro squadre. Ce ne sono tanti bravi”.

Questa la sua analisi sul periodo d’oro che sta attualmente vivendo il Napoli:

“Le partite europee hanno un peso. Il Napoli ora va via liscio. Poi le 4-5 squadre che lottano per la Champions risentono delle coppe. Il Napoli gioca benissimo, gioca un calcio internazionale. Ci sono giocatori che stanno facendo vermaente bene, messi insieme a chi è già lì da anni hanno creato un gruppo che sta meritando di fare tutto quello che sta facendo. In attacco sono fortissimi”.

Infine, ha voluto ancora una volta omaggiare così la dipartita del collega ed amico fraterno Gianluca Vialli:

“Come si ricomincia senza Vialli? Non si può. Luca è Luca e il vuoto sarà incolmabile per tutti. Quello che ci ha lasciato e il fatto di essere stati con lui, ci deve rendere felici”.

Giulio De Pino

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