Wimbledon, quante prime volte: non solo Berrettini, come giudice di sedia ci sarà una donna!

Wimbledon, finale pieno di prime volte per il torneo più antico nello sport del Tennis.

Ieri vi abbiamo raccontato come il nostro Matteo Berrettini battendo Hurkacz ha conquistato la finale: primo italiano di sempre nella storia della competizione. Grande traguardo per l’italiano: merito di un percorso fantastico.

Ma a quanto pare quella di Berrettini non sarà l’unica prima volta, difatti, nella sfida tra Berrettini e Djokovic come giudice di sedia è stata scelta una donna: Marija Cicak. Per la prima volta nella storia di Wimbledon, dunque, a dirigere la finale sarà un arbitro donna.

Wimbledon Marija Cicak

Era da ieri sera che circolava la voce, si attendevano solamente conferme. Conferme arrivate oggi da fonti ufficiali dell’All England Club, organizzatore del torneo di Wimbledon.

La finale maschile tra Novak Djokovic e Matteo Berrettini sarà arbitrata da Marija Cicak: prima donna arbitro in una finale Wimbledon.

Marija Cicak è una donna croata di 43 anni, è una degli arbitri più bravi ed esperti del circuito, e da 10 anni è in possesso del Gold Badge d’élite.

La giudice Croata non è nuova a Wimbledon, nel 2018 era stata designata per la semifinale del singolo maschile che vedeva contrapposti John Isner e Kevin Anderson. Nel 2014 ha arbitrato la finale femminile con Kvitova che sconfisse Bouchard.

La vita

Nata e cresciuta a Zagabria, ha poi mostrato attitudine per l’arbitraggio, iniziando già a 15 anni. In un’ intervista si è raccontata così: “Sono stata giudice di linea, poi di sedia. Lo facevo per divertimento, e mi piaceva. Ovviamente giocavo anche. Poi a 18 anni ho smesso per andare all’università”. 

Non solo arbitraggio però per lei, che ha provato anche l’esperienza del coaching, che ricorda così: “Per tre anni buoni ho seguito bambini sotto i 12 anni. Allo stesso tempo arbitravo nei Futures ed ero giudice di linea a livello di tour e Challenger Atp”. Ad un certo punto della sua carrierra ha dovuto però decidere cosa aveva realmente priorità nella sua vita: “Ho scelto l’arbitraggio. Ci ho messo tutta la mia energia, e sono stata ripagata”. 

Arriverà nel 2011 il massimo riconoscimento per un giudice: il Gold Badge.

“La Wta, e non solo, ha sempre promosso in modo eccellente lo sport femminile, e per me è molto importante lavorare con persone con cui condivido gli stessi valori e gli stessi principi. Non è un caso che il tennis sia lo sport femminile di punta al mondo e mi ritengo molto fortunata“. 

Ora aiuta a formare la classe arbitrale del futuro ma intanto domani, nel presente, avrà l’occasione di scrivere la storia e siamo sicuri che avrà l’intenzione di cogliere l’occasione.

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