Come ha fatto il Real Madrid a vincere una partita già persa

È finita! È finita! Impresa incredibile del Real Madrid, che va in finale per la diciassettesima volta nella sua storia!”Partiamo dalla fine per provare a capire qualcosa di quanto accaduto ieri sera nella semifinale di ritorno tra Real Madrid e Manchester City. Anche se, vi avvertiamo sin da subito, sarà impossibile trovare una spiegazione logica, sensata e razionale.

Con la frase che apre questo articolo, la magnifica (e pure provata) voce di Sandro Piccinini ha messo il punto esclamativo su 210 minuti di pura follia. In cui forse qualcuno pensava di aver visto tutto all’andata. In cui sicuramente tanti, praticamente tutti, erano convinti che fosse ormai finita per i blancos, sotto 1-0 allo scoccare dell’89’.

Rodrygo Real Madrid

Il grande errore del Manchester City è stato lasciar vivo il Real Madrid nella gara d’andata. Gli uomini di Guardiola hanno avuto almeno altre tre o quattro nitide palle gol oltre alle reti effettivamente segnate. E arrivare al Bernabeu con un solo gol di vantaggio – specie dopo una partita largamente dominata – non è proprio la soluzione migliore.

Ieri sera ne è arrivata l’ennesima conferma. Perché basta pochissimo, “basta una piccola scintilla”, come afferma Carlo Ancelotti al termine dell’incontro. Re Carlo V – che giusto cinque giorni fa era diventato il primo allenatore di sempre a vincere tutti i top5 campionati europei – da ieri sera è anche il primo tecnico capace di raggiungere cinque finali di Coppa dei Campioni/Champions League.

Real Madrid Carlo Ancelotti

I numeri certamente dicono tanto, ma nella loro razionalità non possono spiegare l’inspiegabile. Le già citate 17 finali del Real Madrid sono ovviamente un record, così come i dieci gol di Benzema nella fase ad eliminazione diretta, che eguaglia il Ronaldo del 2016/2017 (con il numero 9 che diventa il primo francese di sempre a segnare cinque gol consecutivi in Champions).

C’è un altro dato, però, che più di tutti si avvicina al punto a cui vogliamo arrivare. Da quando sono stati introdotti gli ottavi di finale (2003/2004), le Merengues sono il primo club di sempre ad approdare in finale pur avendo perso un match negli ottavi di finale (1-0 vs PSG), nei quarti (2-3 vs Chelsea) e in semifinale(4-3 vs Manchester City).

Karim Benzema Real Madrid

A mezz’ora dal termine del doppio confronto contro il PSG il Real Madrid aveva due gol da recuperare. Poi ci ha pensato Benzema: tre gol tra il 61’ e il 78’ e parigini rispediti in Francia. Contro i campioni d’Europa in carica del Chelsea, gli uomini di Ancelotti si sono trovati nuovamente in grande difficoltà, sotto complessivamente 3-4 a dieci minuti dal triplice fischio. Poi è entrato Rodrygo (già, Rodrygo) che dopo un minuto ha rimesso in piedi la sfida. Ah sì, poi ha segnato Benzema e il Real ha passato il turno. Niente di nuovo.

E poi c’è la partita di ieri sera. Con i blancos indietro di due gol proprio come contro il PSG, ma a un minuto dalla fine anziché trenta. È di nuovo accaduto l’impensabile: doppietta in un minuto di un Rodrygo benedetto dalla mano della provvidenzae un rigore glaciale. Trasformato, ovviamente, da Benzema. Che cosa accomuna questi tre round? Semplicissimo: il Santiago Bernabeu. Solo qui possono succedere queste cose! Non ci posso credere!”, urlava un incredulo Massimo Ambrosini. Ma niente è frutto del caso.

Real Madrid Manchester City

Non lo sono tutti i gol realizzati da situazione di svantaggio e non lo è di certo il sostegno di un pubblico e di uno stadio che mettono i brividi. Un luogo che trasuda decenni di inarrivabile storia da ogni seggiolino. Dove tutto può accadere, in un minuto o ad un minuto dalla fine. O in un minuto e ad un minuto dalla fine.

È l’inspiegabile e irrazionale magia del Santiago Bernabeu ad aver trascinato ancora il Real Madrid in finale di Champions League. Come? Non lo sapremo mai. Ma solo in quello stadio è possibile vincere partite che, per ogni altra squadra e in qualunque altro impianto, sono già perse.

Articolo di GIOVANNI PELAZZO

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